
09 Apr Come comunicare l’arrivo di un fratellino
La famiglia si allarga e molti genitori si domandano: “Ma come si può comunicare al primogenito l’arrivo di una sorellina o di un fratellino?”
I bambini vivono la fantasia, sostenuta dall’egocentrismo infantile, che il loro essere al mondo e il loro essere figli renda la loro vita più bella e più felice. L’onnipotenza, tipica dell’infanzia, fa sperimentare la sensazione che tutto ciò che fanno possa influire positivamente o negativamente nella vita dei loro genitori.
Mamma e papà sorridono perché sono io a renderli felici.
Mamma e papà litigano perché sono io a non fare il bambino bravo.
Tutto ciò avviene in ogni bambino, perché proprio “insita e costituzionale”, perché basta nominare il loro nome in qualsiasi discorso, anche se non comprensibile alla mente del proprio figlio, per far alimentare questa fantasia onnipotente.
Ma allora cosa succede quando sta per arrivare un fratellino o una sorellina?
La famiglia e il mondo apparentemente perfetto e ideale di un bambino viene scombussolato dalla notizia che adesso ci sarà qualcun altro a invadere il loro spazio e quindi il loro amore che prima della sua nascita era solo per lui.
In ambito psicoanalitico, viene proprio definito Complesso Fraterno: quell’organizzazione psichica e inconscia che si struttura nei confronti del fratellino che sta per arrivare. Sistema che racchiude fantasie, rappresentazioni, affetti che possono essere contrapposti e allo stesso momento complementari tra loro. Possiamo identificarlo come un trauma vero e proprio, che ogni bambino vive in modo differente.
- Alcuni vengono subito invasi dalla curiosità e quindi dal bisogno di sapere come nasce e ancor di più come si concepisce un bambino, dal bisogno di sapere la differenza tra i sessi, dal desiderio di sapere se l’amore di mamma e papà sarà diverso e tante altre curiosità.
- Altri bambini invece provano fin da subito angoscia. Ritorna infatti il concetto sopracitato di onnipotenza e quindi le lecite domande: ma io non basto a mamma e a papà? Perché desiderano un altro bambino? Il mio amore non li rende abbastanza felici? Sono allora un bambino cattivo? Tutto ciò scatenerà un senso normale di rifiuto e di rivalità.
Molti genitori sono spaventati, sconvolti dalle reazioni dei loro bambini e non riescono a capire come mai avviene tutto questo, come mai una notizia così bella per loro non può essere condivisa anche dal loro primo figlio. Tutti questi vissuti emotivi sono però normali. Anzi devono deve essere concessi, espressi e vissuti dai bambini. I genitori devono quindi aiutarli ad esprimere ogni emozione, positiva o negativa che sia, devono accogliere i loro stati d’animo e soprattutto devono aiutarli a comprendere che ciò che stanno vivendo è normale e che poi verrà piano piano sostituito dal bisogno di sentirsi d’aiuto per mamma e papà, di sentirsi anche lui in una coppia, in due proprio come i genitori, e di sentire di avere un alleato, un complice con cui crescere e su cui poter contare.
Arriviamo così alla domanda: Ma come possiamo comunicare che sta per arrivare il fratellino?
Non ci sono frasi ideali da dire, ma forse un concetto importante da tenere sempre in mente:
il cuore di mamma e papà diventa sempre più grande e quindi anche il loro amore.
È necessario trovare un momento tranquillo e sereno dove entrambi i genitori possano condividere la loro scelta e l’arrivo del fratellino. Spesso aiuta anche ritrovare foto della precedente gravidanza e quindi preparare il primogenito alle trasformazioni fisiche della mamma. Farlo parlare con il bambino nel grembo, aiutandolo a condividere le sensazioni ed emozioni che si scateneranno dentro di lui, da quelle più belle a quelle più brutte. Coinvolgerlo poi nelle varie tappe, dalle ecografie, la scelta del nome, dei vestitini o dei mobili per la cameretta. Coinvolgerlo anche nel comunicarlo agli altri familiari o amici e soprattutto riconoscergli il ruolo più prezioso: diventerà un fratello, o una sorella, maggiore, diventerà un modello per il fratellino o la sorellina.
Tutto ciò però non si deve fermare alla comunicazione o alla gravidanza. È molto utile fargli scegliere un regalino da portare subito dopo la nascita.
E non appena torna a casa?
Mamme, papà, ricordatevi che naturalmente le attenzioni vostre e quelle delle persone a voi più care, si rivolgeranno tutti al bebè appena nato ma dovrà esserci un’attenzione costante anche sul primogenito che, ci dovremmo “augurare”, possa esprimere delle difficoltà relazionali e/o comportamentali. Eh sì, proprio così! Come scritto sopra, dobbiamo aiutare a tirar fuori tutte le normali emozioni di rifiuto, opposizione, rivalità e gelosia perché solo quando saranno espresse non diventeranno incomprensibili, ingombranti e quindi possibili cause di sintomatologie più importanti.
Se dopo la nascita e nella crescita del secondo figlio rimangono ancora dei comportamenti, dei vissuti non troppo in linea con quanto detto, potete rivolgervi ad uno psicoterapeuta che può aiutarvi a comprendere subito cosa sta succedendo nel vostro bambino e nella vostra famiglia. Un intervento immediato e precoce può far evitare l’emergere di difficoltà più importanti.
Francesca Lacchini
Psicoterapeuta dell’età evolutiva
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