Perché i genitori dovrebbero chiedere aiuto allo Psicoterapeuta?

Perché i genitori dovrebbero chiedere aiuto allo Psicoterapeuta?

Non sempre è chiaro perché un genitore dovrebbe chiedere un sostegno alla genitorialità e in questo articolo proviamo a fare chiarezza su questo bisogno che alcune volte è molto difficile da accettare.

Accade che i genitori si trovino di fronte alla difficoltà di gestire il proprio figlio, qualsiasi età essa sia.

Dai bambini più piccoli che non vogliono dormire nel loro letto, al non riuscire a togliere il pannolino, dal non poter mangiare senza avere la televisione accesa, al non poter rispettare le regole della casa o addirittura a non riuscire a farsi rispettare nell’essere mamma o papà in piena adolescenza.

Inizialmente i tentativi messi in atto sembrano essere innumerevoli, ma nessuno così efficace tanto da far sentire di essere un buon genitore e sentirsi compreso dai propri figli.

Spesso si pensa che il bambino sia così difficile, che abbia un carattere complicato, ma la situazione non migliora affatto, anzi spesso sembra diventare sempre più complessa. Si prova a chiedere così aiuto ai propri genitori, agli amici che forse hanno avuto le stesse difficoltà, ma niente sembra risolvere il problema!

E così quei genitori che pensano di fare il possibile si sentono impotenti davanti a delle difficoltà che altre famiglie, altre persone, affrontano con tanta semplicità. Si sentono smarriti, vuoti, incapaci, come se il loro ruolo genitoriale sia fallito per sempre e che forse quella sarà l’unica condizione per vivere la loro famiglia.

Aumentano così le discussioni e la distanza nella coppia, non si è più alleati come prima ed sempre più difficile trovare conforto nell’altro. La fatica e lo scoraggiamento prendono sempre più il sopravvento, e sulle difficoltà dei figli inizia a prendere forma il pensiero che forse non è più solo un problema di carattere, ma che attraverso il comportamento, stanno esprimendo qualcosa di più grosso, una sofferenza, una fragilità.

E allora è arrivato il momento di chiedere aiuto, ma a chi?

Appena qualcuno nomina la figura che in queste situazione può essere più di aiuto, lo psicoterapeuta, lo scoraggiamento aumenta sempre di più.

Il fallimento accresce, ma la difficoltà ad accettare il problema, come l’impossibilità di andare avanti così, sovrasta ogni altra sensazione: finalmente arriva il coraggio e la determinazione nel voler stare meglio.

Quando arrivano alla porta dello psicoterapeuta sembra che qualcosa si sia già messo in moto, la capacità di mettersi in discussione prende finalmente spazio in quel luogo, la stanza di aiuto, dove verranno sempre più incoraggiati e sostenuti.

Il solo pensiero di aver trovato coraggio inizia a scatenare delle sensazioni diverse: qualcosa allora si può fare, possiamo provare a stare meglio.

Come può aiutare uno psicoterapeuta?

Il lavoro di sostegno alla gentiorialità ha come obiettivo primario quello di rendere la vita di quella famiglia che chiede aiuto più serena. Inizialmente si cercherà di capire qual è la difficoltà che il bambino sta esprimendo, cercando di capire anche quali sono i loro vissuti emotivi perché il fine di questo percorso è di sostenerli nel loro essere genitori.

Bisognerà quindi dare un senso al comportamento del loro figlio passando però attraverso la comprensione delle loro storie di vita, di come sono stati loro dei bambini e di come hanno vissuto i loro genitori.

Spesso condizionano le aspettative che le famiglie di origine hanno su di loro, altre volte le aspettative che i genitori hanno verso se stessi, altre volte ancora l’ideale di essere, o poter non essere, un genitore perfetto.

Un altro passaggio importante sarà quello di comprendere se il bambino ha bisogno di uno sguardo più approfondito su quello che sta esprimendo e se necessario uno spazio di aiuto in un luogo diverso da quello dei genitori.

Quando questo accade è importante nel sostegno alla genitorialità proteggere e sostenere il percorso di psicoterapia che sta svolgendo il loro bambino, perché è importante partire da un concetto chiave: i genitori sono parte integrante dell’equipe che sta aiutando il bambino in difficoltà.

Nel lavoro con i genitori l’attenzione è anche centrata sul cambiamento del funzionamento familiare e su come questo lavoro può essere sostenuto da un’attenzione anche alle difficoltà che la coppia coniugale ha messo in secondo piano.

Spesso accade che ci si renda conto che la coppia è stata messa da parte per potersi concentrare sull’essere genitori, ma questo non aiuta, anzi può complicare ancora di più la problematica.

E così lo psicoterapeuta e i genitori iniziano un percorso che prenderà forma nel pensare e trovare insieme le strategie più efficaci per stare meglio.

Si partirà proprio dal bambino che si rivela nei racconti dei genitori, nella sua complessità che ha origine nella realtà che stanno vivendo ma anche nel modo in cui loro si sono adattati a questa complessità. Non significa guardare solo i comportamenti o gli atteggiamenti sbagliati, ma anche i loro sentimenti e i vissuti con cui hanno affrontato, giorno dopo giorno, quella difficoltà.

Lo spazio di sostegno alla genitorialità ha quindi non solo il compito di trovare nuove strategie, più semplici e funzionali, ma anche quello di comprendere il figlio e comprendersi meglio come genitori. Il lavoro con la coppia genitoriale, prende spunto dalle dinamiche che avvengono quotidianamente, per trovare insieme quelle risorse che ognuno ha dentro di sè e che fanno parte della nostra esperienza personale, senza quel giudizio verso se stessi e verso l’altro, che non aiuta ma ostacola. Si crea così uno spazio di pensiero condiviso, più ampio e profondo che rispetti la complessità del crescere insieme, diventano così dei genitori “sufficientemente buoni” e non dei genitori perfetti.

Se pensate di avere delle difficoltà, prima che il problema diventi sempre più grosso e complesso, un primo colloquio può aiutarvi a comprendere se è necessario creare uno spazio di aiuto per voi genitori o per vostro figlio.

Dott.ssa Francesca Lacchini
Psicoterapeuta dell’età evolutiva

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