Identità di genere: differenze nell’età evolutiva

Identità di genere: differenze nell’età evolutiva

Ultimamente un tema ricorrente che riportano genitori e adolescenti nelle stanze di terapia, è il tema riguardante l’identità di genere.

Alcuni genitori sembrano essere smarriti, non riescono a capire cosa stia succedendo nel mondo emotivo dei loro figli. Faticano anche a ricordare ciò che hanno vissuto quando vivevano le stesse difficoltà. Sembra che la loro adolescenza, “quella di un tempo”, sia stata diversa o addirittura più semplice. È vero l’adolescenza di oggi è molto più complessa, le libertà che adesso ci sono, hanno in qualche modo offerto più modelli identificatori che prima non c’erano.

Tutto è stato anche sostenuto dal mondo dei social che offre un confronto con una realtà, quella del virtuale, che spesso è distorta. Ognuno di noi si è trovato a riflettere, a farsi domande sulla propria identità e forse è giusto concederlo anche agli adolescenti di oggi.

Il corpo in adolescenza

Prima di capire meglio che cosa è l’identità di genere è importante soffermarci a capire la centralità del corpo in adolescenza, con ciò che scatena fisicamente e soprattutto emotivamente nei ragazzi ma anche nei genitori.

Le prime avvisaglie sono chiare: i peli, l’odore, il menarca, le polluzioni notturne, cominciano a “urlare”, ad imporre un corpo che sta prendendo una diversa forma, ed il bambino che girava dentro casa giocando a fare il supereroe o fare la mammina, adesso sta avviando quel processo di trasformazione che lo renderà un uomo o una donna.

La voce pian piano cambia, come cambia il modo di parlare e di comunicare con i pari ma soprattutto con i genitori. Sembra avvenire un blackout, un corto circuito. I turbamenti sono molti, i figli diventano irascibili o troppo silenziosi, si chiudono nelle loro stanze e lasciano fuori quei genitori che fine a qualche mese prima, erano il loro “centro”, il loro tutto, per comprendere gli altri, se stessi e anche il loro corpo.

Di pari passo diviene così necessario un cambiamento anche nei genitori, non si può più pensare di essere gli stessi di qualche mese prima.

Ciò che viene chiesto è quindi quello di evolversi insieme ai figli e soprattutto accettare che quel corpo che prima era più un loro pensiero, una loro preoccupazione, adesso dovrà essere dei loro figli. È come se avvenisse un “passaggio di proprietà”! Prima con tanta fatica, poi con più passione e consapevolezza, l’adolescente inizia a prendersi cura di se stesso e non solo da un punto di vista fisico ma anche emotivo. Inizia così a prendere sempre più forma il processo identitario.

L’identità di genere che cosa è?

È facile pensare che il processo identitario prenda forma in adolescenza a seguito di quanto abbiamo detto sopra, quindi dai cambiamenti puberali che avvengono in forma diversa nei ragazzi e nelle ragazze. Ma i prodromi di tutto ciò nascono dalle fantasie dei genitori che si scatenano quando attendono il loro figlio. Assomiglierà a me? Avrà gli occhi del papà? Già da queste domande accompagnate dal binarismo maschio/femmina, che la biologia ovviamente sostiene, si inizia ad avviare il processo identitario.

L’identità di genere, possiamo quindi affermare che prende forma nei primi tre anni di vita, originandosi da fattori biologici-ormonali, da caratteristiche fisiologiche e dalle componenti relazionali, in particolare nell’ambiente familiare. E proprio grazie all’identità di genere che si avvia la costruzione dell’identità sessuale, che rappresenta un processo lungo e dinamico in costante relazione con la cultura di appartenenza.

Necessario però è soffermarci a riflettere su come avviene in modo diverso lo sviluppo dell’identità nelle ragazze e nei ragazzi quando bussa alla porta l’adolescenza.

Lo sviluppo dell’identità nelle ragazze

Nelle bambine le prime identificazioni avvengono con la madre, che contribuiscono in modo determinante alla costruzione della femminilità. La bambina intorno ai tre anni inizia a percepire la differenza anatomica con i bambini e questo, se sostenuto da entrambi i genitori come una normale scoperta di cui se ne può parlare, potrà consentire alla bambina di consolidare ulteriormente la sua condizione femminile. Vediamo poi che intorno ai quattro-cinque anni emergono altri aspetti che definiscono sempre più l’identità femminile: il grande desiderio di avere un bambino e quindi di essere come la madre.

Nel corso degli anni la bambina si confronterà anche con il ruolo del papà e di come può vivere la fantasia di essere il suo oggetto d’amore. Questo delicato passaggio consentirà non solo di potersi sperimentare come la “principessa amata del principe papà”, ma offrirà anche la possibilità di essere in grado di stare in relazione a tre, con un terzo che rompe quindi il primo rapporto in assoluto, quello madre-bambina.

Più il papà consentirà di vivere questo “amore” nei suoi confronti e più la bambina rafforzerà la sua femminilità e il suo orientamento sessuale. Iniziano così i primi conflitti edipici con la figura materna, adesso sono in due a “competere” per avere il papà tutto per sé. E contemporaneamente la bambina si sentirà in colpa nei confronti della mamma, perché può inconsciamente temere di perdere l’amore della mamma.

Con la crescita e l’evolversi di queste fantasie, accompagnate dagli scambi relazionali con i coetanei, la bambina sposterà le sue fantasie su di essi, rafforzando tratti femminili o assumendo tratti più maschili, elaborando quindi sempre più il processo identitario in corso. Sappiamo però bene che non sempre può essere così semplice e lineare lo sviluppo.

Con l’arrivo dello sviluppo puberale e quindi con il menarca, le ragazze iniziano a crearsi un’immagine corporea e psichica della propria femminilità sempre più integrata. Accettando quindi le proprio trasformazioni fisiche e tutte le nuove sensazioni che il corpo trasmette. Iniziano così la definizione dell’identità sessuale, si ricerca un oggetto d’amore, ragazzo o ragazza che permetta di consolidare tutto ciò che in questi anni di sviluppo è avvenuto. E proprio sulla base di come, nel corso degli anni, i genitori hanno sostenuto queste fantasie che la ragazza metterà in campo determinate scelte sessuali.

Lo sviluppo dell’identità nei ragazzi

Anche nei bambini l’identità di genere si costituisce nei primi anni dell’infanzia, in modo particolare la mascolinità prende forma con la scoperta del pene. L’attenzione e la risposta fortificante della mamma diviene un elemento centrale in questo processo, sostenuto ovviamente dall’iniziare a percepire che il suo corpo è proprio come quello del papà.

Ovviamente anche nel bambino sarà determinante la scoperta delle differenze anatomiche con le bambine e in particolare con il corpo della mamma.

Il padre avrà un ruolo determinante in questa fase: dovrà rassicurare suo figlio che inizierà pian piano a separarsi e individuarsi dalla madre. Questo permetterà così di iniziare a identificarsi con le parti maschili del papà. In altri termini è come se dicessimo che non si può essere uomo senza capire come è una donna.

Il bambino dai tre ai cinque anni farà i conti con le fantasie edipiche e quindi con l’amore che prova nei confronti della mamma, vuole essere a tutti i costi al posto del padre, essere il suo unico amore. Quindi come la bambina voleva essere la principessa di papà, il bambino vorrà essere il principe della mamma. Emerge di nuovo una relazione a tre e il bambino vorrà a tutti i costi eliminare il padre da quella competizione, quindi si dovrà identificare con lui per poterlo imitare ed avere la mamma tutta per se. L’angoscia che il papà non accetti e quindi castri queste sue fantasie permetterà al bambino di abbandonare quei desideri nei confronti della mamma e identificarsi sempre di più con il papà e con le sue parti maschili.

È con lo sviluppo puberale e quindi con tutte le fantasie che si scatenano che il giovane ragazzo sposta la sua attenzione sui pari e pian piano prova a definire quella che sarà la sua identità sessuale.

E noi genitori cosa possiamo fare quando arriva l’adolescenza? Approfondisci QUI.

Francesca Lacchini
Psicoterapeuta dell’età evolutiva

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