La Magia del Gioco Simbolico

La Magia del Gioco Simbolico

Tutti i bambini imitano gli adulti, già intorno al primo anno di età, soprattutto nelle azioni quotidiane che vedono più frequentemente.

Usano gli oggetti reali per ripetere azioni viste, ad esempio prendono lo spazzolino da denti e lo portano alla bocca, come per lavarsi i denti, o portano un oggetto all’orecchio come per telefonare. Oltre a replicare i gesti, il bambino utilizza degli oggetti che imitano la situazione da riprodurre, come guidare la macchina con una scatola di cartone, facendone il gesto.

A partire dai 2 anni, questa modalità di gioco si intensifica ed i bambini cominciano a far finta di fare qualcosa, “fingersi” qualcuno/qualcosa, ad esempio diventano un cuoco, fanno il gioco “maestra-alunno” o “mamma-figlio”, diventano un animale, come un cavallo, o un oggetto, come un treno.

Quante volte vi è capitato di vedere un bambino far finta di essere invisibile o nascondersi dietro una mano, facendo finta di sparire? Quante volte avete dovuto far finta di non vedere quel bambino, far finta di non riuscire a trovarlo, per poi spaventarvi al suo “ritorno”?

Questo è il periodo in cui appaiono i giochi del “far finta”, in cui vengono utilizzati oggetti della vita quotidiana per giocare, ad esempio dando da bere alla bambola con una tazzina, e del “gioco simbolico”, dove l’azione nasce dalle idee, e non più dalle cose, e gli oggetti vengono trasformati in ciò che serve per poter realizzare il gioco pensato (ad esempio un bastone che diventa un cavallo, una sedia che diventa una macchinina, ecc…).

Il bambino dimostra di avere una capacità di pensiero nuova che gli consente di vedere oltre le cose, sviluppando la fantasia e l’immaginazione.

Questo è possibile grazie alla capacità rappresentativa del pensiero, che gli permette di creare nella sua mente cose, persone e situazioni, indipendentemente dalla loro reale presenza, creando associazioni mentali e somiglianze che gli permettono di far diventare un oggetto qualcosa di diverso.

Spesso ci viene da pensare come sia buffo un bimbo che crede di essere un cavallo o una locomotiva, ma lasciare spazio al gioco simbolico è una grande opportunità che si dà ai bambini perché quando iniziano a giocare al “come se”, entrano in un mondo ricchissimo di potenzialità formative.

E’ per questo che spesso anche nei nidi e nelle scuole dell’infanzia si trova “l’angolo del gioco simbolico”, dove i bambini possono travestirsi e mettere in scena alcune situazioni.

Il punto di vista degli Specialisti sul Gioco Simbolico

Da molto tempo diversi specialisti hanno descritto come, quando e perché, i bambini presentino il gioco del “far finta”.

  • Alcuni hanno spiegato che questo tipo di gioco, cui si dedicano tutti i bambini, risponde alla necessità di distaccarsi dalle complicazioni di un mondo che non è a loro misura;
  • altri hanno detto che ripetere le azioni viste compiere dagli adulti è per i bambini un’attività rassicurante ed equilibratrice;
  • altri ancora hanno sottolineato come il gioco di finzione contribuisca alla rielaborazione delle esperienze, a sviluppare la creatività e il pensiero.

Ma forse gli studi più conosciuti su questo tipo di gioco sono quelli di Jean Piaget, che osservando e annotando le maniere di giocare dei suoi figli, ha individuato tre stadi di sviluppo del comportamento ludico nel bambino:

  1. i giochi di esercizio (0 -24 mesi)
  2. i giochi simbolici (2 – 7 anni)
  3. i giochi di regole (7 – 11 anni)

Riguardo ai giochi simbolici, Piaget ha spiegato che aggiungono all’esercizio stesso la dimensione della simbolizzazione e della funzione, cioè la capacità di rappresentare attraverso gesti una realtà non attuale. L’esempio tipico è il gioco del far finta, del fare “come se”.

Secondo Piaget il gioco simbolico

organizza il pensiero del bambino in uno stadio in cui il linguaggio non ha ancora raggiunto una sufficiente padronanza, permette la manipolazione e anche la produzione di immagini mentali durante i quali il bambino assimila situazioni nuove.

Un altro aspetto importante è che il gioco simbolico diventa un modo per esprimere la sfera affettiva e relazionale del bambino, che può esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni agendole su altro (i giochi).

La finzione permette loro di conoscere se stessi e la propria emotività, rielaborando esperienze vissute e attribuendogli nuovi significati, imparando a mediare tra la realtà e i desideri, ad esprimere le proprie angosce e ricercare una soluzione.

Come supportare questa importante fase della crescita del bambino?

In casa si possono mettere a disposizione dei piccoli materiali utili per i giochi di finzione (dalle stoffe agli oggetti di uso comune) e si possono allestire degli angoli di gioco simbolico. Ecco alcuni suggerimenti:

  • SUPERMERCATO – Cassa, scaffali, prodotti in vendita, magari aggiungendo anche i cartellini con i prezzi. Questo è un gioco che consente di imitare la spesa quotidiana sia all’interno di un negozio sia di chi passa dall’esterno.
  • LAVANDERIA – Una zona dedicata alla gestione dei panni sporchi, una lavanderia. Lavare, stendere e stirare con una lavatrice finta, uno stendipanni, un asse da stiro e dei ripiani su cui riporre i panni pronti.
  • BRICOLAGE – Un banco che simuli il banco del falegname, dotato di numerosi accessori come gli attrezzi da lavoro (martello, chiodi, trapano, cacciavite ecc.) e i blocchetti da combinare per produrre degli oggetti.
  • PULIZIE – Il gioco delle pulizie con scopa, paletta, mocio e secchiello per pulire casa.

Tutto questo, ovviamente, attraverso l’uso di oggetti adeguati alla fascia d’età di ogni bambino.

Dott.ssa Roberta Baldassarre
Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva

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